Simone Cristicchi – ‘Manuale di volo per uomo’, Al ‘Teatro Le Serre’ è Standing Ovation

Tutti in piedi al Teatro Le Serre di Grugliasco per applaudire Simone Cristicchi al termine della sua intensa pièce teatrale 'Manuale di volo per uomo'

Simone Cristicchi – ‘Manuale di volo per uomo’, Al ‘Teatro Le Serre’ è Standing Ovation

di Marco Drogo/ph.Andrea Macchia

Tutti in piedi, al Teatro ‘Le Serre’ di Grugliasco per Simone Cristicchi. Una standing ovation meritata quella tributata dal pubblico che ha assistito a ‘Manuale di volo per uomo’. La favola metropolitana era uno degli eventi più attesi della stagione teatrale di Fondazione Cirko Vertigo e l’evento, realizzato in collaborazione con la Cojtà Gruliascheisa è, stato un vero successo.

Un’ulteriore conferma delle doti attoriali del cantautore, nato a Roma il 5 febbraio 1977, reduce dal recente successo ottenuto dal brano ‘Abbi cura di me’ al Festival di Sanremo, dove è stato premiato per la miglior interpretazione. Durante il Festival, l’8 febbraio, è uscita la sua prima raccolta ‘Abbi cura di me’, che contiene una selezione di vari brani incisi dall’artista nel periodo compreso tra le pubblicazioni di ‘Fabbricante di canzoni’ (2005) e ‘Album di famiglia’ (2013), con l’aggiunta di due brani inediti: ‘Lo chiederemo agli alberi’ e ‘Abbi cura di me’.

Il Simone Cristicchi attore, che già si era distinto in ‘C.I.M. – Centro d’igiene mentale’, ‘Li Romani In Russia – Racconto di una guerra a millanta mila miglia’, ‘Mio nonno è morto in guerra’, ‘Magazzino 18’ ed ‘Il secondo figlio di Dio’, in ‘Manuale di volo per uomo’ supera nuovamente la difficile prova di un monologo che dura quasi due ore, in un esempio di teatro civile emozionante, coinvolgente, capace di affrontare temi duri e drammatici, senza far mai mancare un tocco sorprendente ed ironico.

Cristicchi In ‘Manuale di volo per uomo’ è un 40enne romano, proprio come Raffaello, il protagonista della pièce da lui scritta, insieme a Gabriele Ortenzi, con la collaborazione di Nicola Brunialt e la regia di Antonio Calenda. Le scene ed i costumi sono di Domenico Franchi, le musiche originali di Gabriele Ortenzi, il disegno luci di Cesare Agoni, l’audio di Andrea Balducci e le luci di Veronica Penzo.

Non si tratta di teatro canzone, ma di uno spettacolo in prosa, una favola metropolitana, ambientata nell’attualità. In una scenografia essenziale, formata da una stanza bianca dove è appoggiato un letto, si muove Raffaello, il quarantenne rimasto bambino, con il suo accento marcatamente romano e quei poteri speciali. La sua mente è come una macchina fotografica capace di ingrandire e mettere a fuoco i particolari, notando come le cose più insignificanti spesso nascondano un’infinità bellezza. Molti lo considerano soltanto ‘un ritardato’, per altri è un ‘genio’.

Raffaello-Cristicchi, nel corso dello spettacolo, si rivolge sempre alla madre, assente in scena, a quel letto d’ospedale dove la ritrova dopo tanti anni ‘più vegeta che viva’ e le racconta la sua drammatica esistenza, per arrivare alla fine a liberarsi del peso del passato. Ripercorre il suo abbandono, la sua vita dalle suore in riformatorio, la fuga, l’esistenza ai margini della società, ma pensa anche a chi ha saputo aiutarlo. Alla fine, in un processo di catarsi emotiva, Raffaello, una persona altamente sensibile che vola per non sentirsi solo, trova il suo ‘Manuale di volo per uomo’.

Così, quello di Raffaello non è il volo disperato di Antonio per la sua Margherita in ‘Ti regalerò una Rosa’, brano vincitore del Festival di Sanremo 2007. E’ un volo di speranza, dove ‘volare’ vuol dire non sentirsi soli ed avere il coraggio di ‘buttarsi nella vita’. Per farcela, il bambino che è in noi deve rimanere intatto. Lui sapeva che non doveva lasciarsi sfuggire la bellezza che ci circonda.

E ce lo ricordano i tanti bambini intervistati nel video su cosa sia la felicità’che viene trasmesso alla fine dello spettacolo. I più piccoli sembrano saperlo meglio di tanti personaggi famosi, anagraficamente decisamente più maturi, ma anch’essi in difficoltà nel rispondere alla domanda delle domande. Cos’è la felicità? Ognuno ha la propria risposta. Non ne esiste una esatta, ma per rispondere a questa grande domanda, bisogna guardare alle piccole cose, agli affetti più cari. ‘Tu non cercare la felicità, semmai proteggila’. Come ha ricordato a tutti Simone Cristicchi a Sanremo ed anche questa sera. Quando ci ha nuovamente emozionati con la sua ‘Abbi cura di me’.