Peppe Servillo legge Marcovaldo al Teatro della Concordia di Venaria (Report+Fotogallery)

Peppe Servillo Marcovaldo

Un grande omaggio ad un classico della narrativa italiana

di Roberta Perduca

Ieri sera al Teatro della Concordia di Venaria abbiamo assistito ad una perla del teatro italiano: Peppe Servillo ci ha narrato alcuni dei racconti di “Marcovaldo” di Italo Calvino, accompagnato alla chitarra classica da Cristiano Califano.

In occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita di Italo Calvino questo spettacolo interpretato magistralmente da Servillo, ci ricorda come sia difficile la vita in città per un amante della natura.

Se si pensa che Calvino scrisse l’opera nel 1963, ci colpisce il fatto della grande attualità dei pensieri di Marcovaldo che vive in un mondo in cui la nascente industrializzazione, con l’avvento di molte fabbriche, stia togliendo spazio al rapporto tra uomo e natura ed alle relazioni tra persone sempre più fagocitate dall’incalzante ritmo della città che preme sui suoi abitanti.

Prima e dopo il Reading, Servillo e Califano hanno suonato alcuni brani degli Avion Travel in un’atmosfera intima. “Cuore grammatico”, “La conversazione” e “Scherzi d’affitto” riarrangiate da Cristiano Califano per voce e chitarra, non sono brani scelti per caso ma rimandano ad un mondo urbano in cui è facile sentire litigi coniugali e lamentele di una novella sposina per un mobilio vecchio trovato nell’appartamento in affitto. Lo stesso mondo descritto da Calvino in “Marcovaldo ovvero Le stagioni in città”.

Dai brani degli Avion Travel passiamo alla lettura dell’opera. Marcovaldo è un manovale non qualificato, sognatore e un po’ malinconico che prende il tram per recarsi alla fabbrica “Sbav” dove imballa oggetti, per mantenere la sua numerosa famiglia, composta dalla moglie Domitilla e da sei figlioli. L’ambientazione potrebbe essere una città del nord, nebbiosa come Torino o anche Venaria…durante il boom degli anni 60 e la fabbrica è un simbolo di tante altre ditte che raccolgono i molti operai.

Primavera

Si inizia dalla Primavera col racconto “Funghi in città”, dove Marcovaldo, interessato più alla natura ed al mutare delle stagioni che alla vita cittadina, raccoglie funghi spuntati dopo una pioggia insieme ad altri cittadini che poi si ritrovano la sera tutti in ospedale dopo la grande mangiata coi postumi di una lavatura gastrica!

Estate

Estate “La villeggiatura in panchina”. Marcovaldo per cercare refrigerio dal caldo cerca una panchina dove riposare qualche ora ma l’unica disponibile è occupata da una coppia che litiga. Lui aspetta paziente e quando finalmente la panchina si libera e può ammirare la luce della luna viene disturbato dalla luce intermittente di un semaforo ed è già ora di alzarsi per andare a lavorare.

Autunno

Autunno “Il piccione comunale”. Marcovaldo vede uno stormo di beccacce volare sulla città e pensa di poter “andare a caccia” per farsi una bella mangiata. Alla fine riesce a prendere un piccione ma dopo averlo sgranocchiato viene chiamato dalla padrona di casa dove un agente comunale gli chiede i danni per essersi appropriato di un bene comunale.

Inverno

Inverno “La città smarrita nella neve”. Marcovaldo dopo una forte nevicata, deve spalare la neve nel suo tratto di marciapiede. Per lui la neve rappresenta la libertà. Sigismondo, un disoccupato, gli insegna a fare dei mucchietti di neve per non intralciare il suo lavoro, ma alla fine viene travolto e ritrovato da dei ragazzini che volevano aggiungere la carota come naso a dei pupazzi di neve e starnutendo riemerge dalla neve.

Di nuovo Primavera. “La cura delle vespe”. Marcovaldo scopre che per curare i reumatismi un rimedio è il veleno delle vespe. Lui insieme ai figli corre ad imprigionare le vespe nei barattoli per poter aiutare alcuni malcapitati creando un ambulatorio in casa sua. Con le punture dei preziosi insetti anziché migliorare i reumatismi tutti finiranno nuovamente in ospedale ma senza conseguenze nefaste.

Tutto il pubblico della Concordia è rapito dalla mimica e dalla voce di Servillo che ci trascina e ci catapulta, grazie soprattutto alla gestualità ed all’intonazione, come fossimo a lato di quella panchina al sole, osservando i cercatori di funghi riempire i cestini a piene mani o aiutando Marcovaldo ad acchiappare le vespe.

Dopo il Reading i nostri attore e musicista ci hanno regalato una canzone della tradizione napoletana si potrebbe dire una…cover di Nino Taranto “M’aggia a curà”.

Ancora applausi scroscianti ed il pubblico non ha nessuna intenzione di alzarsi per tornare a casa. Vogliamo ancora loro. Servillo e Califano ci hanno regalato un fuori programma col brano “No te mueras nunca” dedicato a Diego Armando Maradona, (NDR Peppe è un gran tifoso del Napoli), ci raccontano che questa frase per gli argentini è un augurio di ogni bene ed auspicano che lo sport possa essere portatore di pace e non di guerra.

Più volte Peppe raccontandoci di sé e del suo passato piemontese, fino ai 3 anni per poi “Tornare al Sud”, ha voluto precisare che l’attualità di un racconto come Marcovaldo è un importante monito per il futuro per avere dei rapporti umani in un città che tende a separare e non ad unire.

 

Potremo rivedere Peppe Servillo e Cristiano Califano Venerdì 1 marzo 2024 al Cinema Teatro Gobetti di San Mauro Torinese con lo spettacolo “Il resto della settimana” di Maurizio De Giovanni.

 

La Fotogallery di Musicandthecity della serata è a cura di Vincenzo Turello.

Peppe Servillo legge Marcovaldo @ Teatro della Concordia 2023

Peppe Servillo Marcovaldo
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