Mario Biondi e i Quintorigo, Maestria e Sperimentazione al Teatro Colosseo

Mario Biondi e i Quintorigo, Maestria e Sperimentazione al Teatro Colosseo

di Marco Drogo

Rinnovare e potenziare un repertorio consolidato, per fonderlo con novità piene di colori e sounds accattivanti. Se questa era la premessa, si può dire che la voglia di sperimentare di Mario Biondi sia stata pienamente premiata.

Gli applausi del Teatro Colosseo di Torino sono la migliore delle conferme, il vero premio al fortunato connubio tra il cantante catanese e i Quintorigo.

L’idea di una collaborazione era nata già nello scorso luglio, quando, nella serata perugina dell’Umbria Jazz del 21, ad affiancare l’headliner della serata, Mario Biondi, per alcuni brani, arricchendoli con le loro sonorità, salirono proprio i Quintorigo. Fu un successo.

Naturalmente proseguito con questo tour teatrale e con il brano ‘I wanna be free’, in radio dal 9 novembre e tra i più apprezzati della serata torinese.

Il soul-jazz caldo e passionale del siciliano Mario Biondi è immediatamente capace di riscaldare l’atmosfera, anche in una serata torinese dal clima tipicamente pre-natalizio.

Accanto alla voce e alla presenza scenica della ‘Star Biondi’ brillano i suoi musicisti, le altre applauditissime stelle: sul palco, ci sono l’energia del basso di Federico Malaman, che detta i tempi grazie alla sua maestria nella jazz-fusion, la potenza e l’esuberanza del giovanissimo Tosh Peterson, batterista 17enne che esalta la platea e la galleria del Teatro Colosseo, la grande conoscenza dei sound elettronici, l’esperienza nella pop music e l’abilità al pianoforte di Massimo Greco. Dulcis in fundo, i Quintorigo.

Il gruppo romagnolo, noto per la sua versatilità e per le elevate competenze e capacità musicali, è stata ampiamente all’altezza della sua fama.

Accompagnamento e virtuosismi non sono certo mancati durante la serata grazie ad Andrea Costa, al violino, Gionata Costa, al violoncello, Stefano Ricci, al contrabbasso e Valentino Bianchi, ai sassofoni.

Il pubblico è stato prima ammaliato e poi conquistato. I Quintorigo hanno aperto la serata con ‘Aeneis’ (da ‘Opposites’), precedendo l’ingresso in scena dell’attesissimo crooner, subito in cattedra con la sua voce suadente, su ‘Serenity (da ‘If’, 2009) ‘Rio de Janeiro Blue’ (‘Handful of Soul’, 2006) e ‘Upside Down’ (da ‘Brasil’, 2018). Nella serata, Mario Biondi ha offerto un riuscitissimo saggio della sua bravura e una bella sintesi della sua carriera e di quanto ancora potrà dare. Non mancano i ricordi, ai compianti Pino Daniele e Al Jarreau e le emozioni.

In una serata riuscitissima, suona persino sottovalutato il brano presentato all’ultimo Sanremo ‘Rivederti’.

I veri cavalli di battaglia, però, sono altri. ‘Love is a temple’, Be lonely’, ‘Do you feel like I feel’, ‘Shine on’, sono spettacolo puro,

Equilibrio tra maestria e sperimentazione: Mario Biondi e i Quintorigo, ‘This is what you are’.