FRANCO BATTIATO in mostra fino a luglio le sue opere

Franco Battiato

Franco Battiato. La realtà non esiste, a cura di Velasco Vitali e presentata da ArchiViVitali è in mostra fino a domenica 9 luglio 2023 presso lo Spazio Circolo di Bellano (Lecco).

L’esposizione presenta una selezione di quindici opere del musicista e artista siciliano Franco Battiato (Catania, 1945 – 2021) e si inserisce nell’ambito delle iniziative di approfondimento sul tema del ritratto nell’arte, promosse dal Comune di Bellano e dell’assessorato alla cultura.
Bellano

I dipinti presentati nella mostra bellanese – oli su tavola fondo-oro e oli su tela provenienti da collezioni private – restituiscono i volti, quasi in forma di icona, degli amici più stretti del maestro catanese. L’esposizione rappresenta un approfondimento dell’opera di Franco Battiato, fornendo una visione inedita e, ingiustamente, laterale rispetto alla vasta mole di produzione musicale, operistica e cinematografica dell’artista.

L’allestimento, molto rigoroso nel presentare i dipinti, invita lo spettatore a un approccio devozionale e ironico, caratterizzandosi di uno stile “orientaleggiante”, grazie a una serie di preziosissimi tappeti afgani, anatolici e mauritani, in prestito da Altai, un ricercatore con sede a Milano, proprietario delle uniche e ultime collezioni al mondo di tappeti primitivi di origine nomadica.

La realtà non esiste offre al visitatore un’isola di rispetto e di consapevolezza dove poter sostare e contemplare l’immagine dipinta, sperimentando un momento di intimità con l’opera d’arte.

L’esposizione si apre con un piccolo disegno, tracciato a biro su carta, eseguito in occasione dell’opera musicale di Battiato Gilgamesh andata in scena all’opera di Roma il 5 giugno del 1992. L’edizione musicale dell’opera riporta in copertina un dipinto di monaco in preghiera firmato da Süphan Barzani,  pseudonimo che Battiato stesso utilizzava per firmare le sue opere. Lo schizzo tracciato a penna blu, gentilmente concesso da Luca Volpatti, architetto e scenografo, è uno dei primi disegni di Franco Battiato, oltre a essere di promemoria e di suggestione per gli allestimenti de “la casa del siciliano” progettati per la scena del secondo atto di Gilgamesh.

Al disegno è affiancato un piccolo tappeto persiano sul quale è appoggiato un leggio in legno: pezzi originali utilizzati in scena da Battiato per recitare, accovacciato, il monologo sulla scienza dei suoni. Al bozzetto è ispirato il grande dipinto murale che accoglie i visitatori nell’androne della mostra. Quest’ultimo è una libera interpretazione e un omaggio “curatoriale” al tema paesaggistico dell’opera, un ambiente che rievoca la casa e lo spazio sconfinato, forse della città di Uruk, o i resti della capitale dell’impero assiro. Dominato dal blu lapislazzulo, il murale è composto da due tele simmetriche e speculari di misura 10 x 3 metri ciascuna.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da ArchiviVitali che comprende, oltre l’approfondimento del curatore Velasco Vitali, un testo di Elisabetta Sgarbi che propone una riflessione sul suo ritratto presente in mostra e un ricordo, in forma aneddotica di Luca Volpatti intorno al dipinto “angelo nell’aria curva”.

Il catalogo può essere acquistato allo spazio Circolo, al bookshop Frutta e Lettura in P.zza Santa Marta oppure a questo link.

 

INFORMAZIONI AL PUBBLICO
SPAZIO CIRCOLO Via Alessandro Manzoni 50, Bellano (LC)
Sabato dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 19, la domenica dalle 11 alle 13
Da martedì a venerdì su appuntamento.
archivivitali@gmail.com | archivivitali.org

BIOGRAFIE

Franco Battiato, conosciuto dal grande pubblico per le canzoni divenute popolarissime e ormai parte del patrimonio culturale comune, è noto anche per i testi “mistici” e poetici delle grandi opere musicali come Genesi o quelle dedicate ai miti della storia da Gilgamesh a Federico II e Telesio.

Inizia a dedicarsi alla pittura all’inizio degli anni ’90, lavoro al quale si dedicherà per i successivi trent’anni con sempre maggior intensità, firmando le sue opere con lo pseudonimo di Süphan Barzani, firma che spesso anche ometterà, in ragione di un anonimato voluto, soprattutto nei dipinti dedicati agli amici, ai quali ha donato e dedicato molte delle sue opere di ritratto.

Velasco Vitali è nato a Bellano nel 1960.

L’inizio è segnato dall’incontro con Giovanni Testori e la mostra “Artisti e scrittori”, alla Rotonda della Besana di Milano. Alla fine degli anni Novanta è alla Quadriennale di Roma e nel 2004 Electa pubblica “Velasco 20”. Nel 2005 le sue opere entrano nella collezione del MACRO; nel 2007 realizza, con la cura di Danilo Eccher, “Immagini, forme e natura delle Alpi” e nel 2008 “LATO4”. E’ al Padiglione Italia della Biennale di Venezia nel 2011 e, nel 2013, presenta “Foresta rossa, 416 città fantasma nel mondo” alla Triennale di Milano.

Vince il premio FIPRESCI nel febbraio 2015 alla Berlinale, come produttore de “Il gesto delle mani”, per la regia di Francesco Clerici. Cura e progetta, nel 2017, con la collaborazione di Peter Greenaway, la mostra di suo padre Giancarlo Vitali “Time out”, a Palazzo Reale, Castello Sforzesco, Museo di Storia Naturale e Casa del Manzoni e tra il 2021 e il 2022 collabora con la Fondazione Giovanni Falcone a Palermo per il progetto Spazi Capaci, un intervento monumentale presso l’aula bunker del carcere dell’Ucciardone e altre cinque sedi istituzionali della città.