Francesco Damiano – Intervista: “Il cabaret è la mia vita, Sul palco io mi sento luce”

Francesco Damiano: “Il cabaret è la mia vita, Sul palco io mi sento luce”

Di Ermanno Eandi /ph.Letizia Reynaud 

Dopo la sua ottima performance all’Hotel Gallia, Francesco Damiano, noto cabarettista di Zelig, ci parla della sua arte, della sua sensibilità e del suo modo unico di essere artista.

Da dove nasce la sua scelta di essere un cabarettista?

Nasce dall’infanzia, si è costruita nel tempo, gradualmente. Il mio obbiettivo è la voglia di portare il sorriso alla gente. Il cabaret per me è una scelta di vita che ho fatto nel 2005, lasciando la mia attività di impiegato informatico per abbracciare totalmente il cabaret in tutte le sue forme.

Cosa intende in tutte le sue forme?

Il cabaret è un linguaggio molto efficace, c’è la battuta pronta, la battuta costruita, adesso sto sviluppando l’arte di far ridere senza la battuta parlata, con il mio corpo e la mia fisicità, questo è molto importante perché spero di portare la mia arte fuori dell’Italia.

Come è nato Giallorenzo?

È stato uno studio, una esasperazione della timidezza, che noi tutti abbìamo, portata all’esasperazione. È una strada che pochissimi comici hanno intrapreso, quasi inesplorata, rischiosa, sicuramente in salita. In parte è anche autobiografica, ho esorcizzato la mia reale timidezza in questo modo. C’è molto di Francesco Damiano in Giallorenzo

E il Mago di Canosa?

Con lui voglio prendere in giro il mondo dei finti maghi e degli imbonitori della TV, con tanta ironia.

La sua più grande magia sul palco?

È più una sensazione, a volte sul palco io mi sento luce, la mia grande voglia di dare, fa uscire la mia anima che si irradia all’interno della sala fino a toccare il cuore del pubblico. Una magia che mi emoziona e mi fa volare con loro.