Come raccontare, il racconto di un maestro del giallo?

Tra teatro e libro, le parole di Lucarelli per raccontare il “Segreto Pasolini”

Lucarelli e il “Segreto Pasolini”
Carlo Lucarelli teatro _PPP ph. Letizia Reynaud_2023

Tra teatro e libro, le parole di Lucarelli per raccontare il “Segreto Pasolini”

di Letizia Reynaud 

Carlo Lucarelli sa raccontarti il giallo come pochi altri al mondo, credo.

Cose e fatti orribili, tendenzialmente lontane da un animo puro, corretto e sensibile, te le rende talmente interessanti da farle sembrare meno paurose, ti insinua e lascia la voglia di comprendere, di districare, di non trascurare i dettagli (per un animo ricercatore e una mente amante dei perché, come la mia, è una sfida non trascurabile).

Quando un fatto terribilmente oscuro ti entra dentro non può fare altro che colpirti, ma se lo smonti, lo destrutturi e lo osservi per comprenderlo, ti fa meno male e lo puoi analizzare con più oggettività, rimarrà pur sempre un fatto “terribilmente oscuro” ma non più capace di vincere sulle tue paure.

Lucarelli in questo è senza dubbio il Re, il Re del giallo italiano, non per niente da qualche giorno è stato insignito del Premio alla Carriera dal Festival torinese Dora Nera.

Negli stessi giorni ha portato in scena, per una tappa del suo tour, PPP, UN SEGRETO ITALIANO, presso il Teatro Concordia di Venaria proprio nella prima cintura di Torino.

PPP sta per Pier Paolo Pasolini, lui è stato un poeta, un regista, un drammaturgo …. (No no no, però un momento…) facciamo un salto indietro per iniziare a recensire questo spettacolo o meglio per iniziare a raccontare questa storia.

“E’ una ormai fredda e un po’ cupa sera di novembre e ci avviciniamo al teatro, nella prima cintura di Torino, l’aria è pungente e nonostante io volessi andare a piedi, il mio compagno e accompagnatore, preferisce l’auto proprio perché il freddo è troppo pungente. Va bene andiamo in auto.

Si parcheggia davanti, del resto è una fredda e pungente serata di Novembre e in scena in quel teatro (una struttura polivalente, dalla facciata completamente vetrata, un design accattivante e moderno e con l’incredibile dote di passare con facilità da sala teatrale a sala concerti) c’è PPP UN SEGRETO ITALIANO, mica l’ultima pop o rock star del momento; la strada che quindi solitamente per quelle occasioni risulta affollata oggi risulta libera e il parcheggio interno, di solito chiuso, stasera è aperto. Sono indecisa sull’aggiungere per fortuna o purtroppo.

PPP sta per Pier Paolo Pasolini un poeta, un regista, un drammaturgo e tante altre cose, un uomo sempre al centro della polemica sia per le sue scelte artistiche che per le controversie umane e personali, un uomo di cui vale la pena capire qualcosa in più rispetto alla sua vita e magari sentirselo raccontare proprio dal Re del giallo italiano, già perché Pier Paolo Pasolini è morto ammazzato … e infatti non sarà così non saranno i segreti della sua vita ad essere raccontati in quel teatro ma bensì quelli sulla sua morte e su alcuni stralci di vita di chi li racconta.

La prima cosa che ho pensato, entrando a teatro, è stata che per raccontare la morte di un poeta ammazzato in una tremenda nottata di novembre, quella fredda, cupa e pungente serata di novembre, fosse ideale.

Bene, entriamo, accomodiamoci, attendiamo che si spengano le luci e che il viaggio nel mistero (no, scusate nel Segreto… dopo vi spiegherò perché) abbia inizio!

I primi ad entrare in scena sono, la voce di Elena Pau e il pianoforte di Alessandro Nidi che con magistrale eleganza tesseranno intorno alle parole di Lucarelli, una trama a supporto del racconto eseguendo una selezione di canzoni cantautorali.

Elena Pau e Alessandro Nidi ph. Letizia Reynaud_2023

Per raccontare l’Italia di quegli anni (gli anni ’70 o meglio anni di piombo) la scelta dei brani ricade inevitabilmente su Francesco de Gregori, Claudio Lolli, su canzoni dedicate a Pier Paolo Pasolini scritte e composte, tra gli altri, da Giovanna Marini e Fabrizio de Andrè e per finire sullo stesso Pasolini.

La voce di Lucarelli inizia a raccontare, silenzio tombale e attenzione al massimo… No, un attimo cosa dite? (rispetto al narratore, non vi ho raccontato molto? di Lucarelli vi ho detto solo che è il Re del giallo?  Questo per me sarebbe già sufficiente, ma avete ragione, ve lo presento meglio…)

Carlo Lucarelli (1960) è uno scrittore, sceneggiatore, conduttore televisivo e conduttore radiofonico, ma per me in primis è un giornalista incredibile, un mentore, uno di quelli che il giornalismo vero lo sanno ancora fare e lo hanno sempre fatto, di quelli che indagano, ricercano, cercano di districare, di comprendere e far comprendere, di raccontare al meglio, di informarsi di analizzare le fonti e di essere credibili sempre.

Un giornalista di inchiesta raro e prezioso, altro che AI (intelligenza artificiale), lui potrebbe lavorare ai servizi segreti e invece i segreti li racconta, si ma come solo lui sa fare!

Era dai tempi di Blu Notte (programma ideato e condotto da Lucarelli, andato in onda fino al 2012) che non mi aggomitolavo come un bradipo alla poltrona, col la bocca rigorosamente aperta e il neurone di turno impazzito che si aggroviglia per cercare di non perdere nemmeno un dettaglio o una parola di Carlo, ebbene qualche sera fa, a teatro appunto, la scena si è replicata (forse con posizione più composta vista la location) per lasciare spazio alla magia delle parole di questa storia.

Una storia che vorrei raccontarvi, ma no tranquilli non ve la racconterò certo tutta, in primis perché se lo facessi poi voi non vi alzereste più per andare ad ascoltarla in teatro (men che mai in una sera fredda e cupa) per i più pigri al massimo posso suggerire il libro (vi lascio il link al fondo); in secondo luogo perché la mia capacità narrativa e la mia modesta attività giornalistica, non sono certo avvicinabili a quella di Carlo Lucarelli, se lui è un Re io al massimo posso essere una regina del Caos!

Caos, ho detto Caos? a ma allora il mio neurone aggrovigliato, una buona ne ha fatta, è proprio dal Caos che infatti inizia questa storia … (finalmente)

Nell’agosto del traumatico 1968, Pier Paolo Pasolini inaugura una rubrica sul settimanale “Tempo” e la intitola Il caos. La rubrica andrà avanti fino al 24 gennaio 1970.  Il caos tratta temi come l’attualità politica e le novità culturali, la cronaca pubblica e la vita privata dell’autore.

E’ proprio grazie a questa ed altre rubriche che la nostra voce narrante (il giornalista – Lucarelli), come lei stessa ci racconta, conobbe il poeta Pasolini.

Sdraiato sul letto a pancia in giù, con le gambe piegate all’indietro ed incrociate per facilitarne il dondolio, le braccia piegate coi gomiti a puntare sul letto e le mani appoggiate al viso (credo, questo dettaglio non lo ricordo), il 14 enne Carlo, come tutti gli adolescenti della sua età, sfogliava le riviste e i giornaletti preferiti.

Lui però non era come tutti i suoi coetanei, la sua mente acuta era già proiettata a diventare quella di un giallista tra i più blasonati e infatti non si limitava a sfogliare o guardare le figure o le belle silhouette .. lui leggeva le rubriche impegnate di attualità, soprattutto se trattavano il caos, soprattutto se portavano la firma di PPP (Pier Paolo Pasolini).

Si evince, fin da subito, l’amore che Carlo Lucarelli ha sviluppato, negli anni, nei confronti del protagonista, della sua mente polemica, geniale, contradditoria e ribelle. Pasolini era un pensatore instancabile e questo ovviamente a Lucarelli piace. Il racconto però non analizza la vita del poeta/regista e nemmeno le sue opere (se non a sfioro), ma bensì gli anni intorno alla sua morte, la società degli anni ’70 che corrispondono poi anche agli anni della adolescenza di Lucarelli.

Erano anni duri e violenti, siamo nel bel mezzo degli anni definiti di “Piombo”, iniziati alla fine degli anni ’60 e per definizione storica, comprensivi anche dei primi anni ’80.

Piombo o no sono anni in cui le rivolte, le aggregazioni di protesta, le contestazioni, l’intolleranza e la discriminazione sono alle stelle. L’accettazione di persone, pensieri o cose diverse, fuori dal coro e con tendenze anomale o semplicemente appartenenti a ceti sociali differenti, era pressochè nulla e i pregiudizi infliggevano punizioni pesantissime (mmh, in fondo le analogie con questo 2023 non sono poche).

Attraversando le dinamiche di questo periodo, tra fatti storici e vicende personali (come il ricordo dell’amica di penna canadese), il nostro giornalista (voce narrante) ci accompagna (noi ascoltatori) nel suo viaggio investigativo per svelare il Mistero Italiano intorno alla morte di Pasolini.

No, no scusate non il Mistero … (come vi dicevo prima), la morte del poeta non risulta essere un mistero, ma bensì un segreto, un Segreto Italiano.

E’ lo stesso Lucarelli a raccontarci di essere stato ripreso su questo termine, durante un evento di commemorazione delle vittime del 2 agosto, fu proprio il presidente dell’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, a fargli l’appunto.

I misteri sono quelli della fede, quelli di cui tutti vorrebbero conoscere le risposte ma nessuno le conosce. I segreti invece sono segreti, ben custoditi, qualcuno conosce le risposte e qualcun altro, invece, le tiene ben chiuse in un cassetto.

Segreti che potrebbero essere svelati oppure non venire mai a galla talmente ben conservati e in fatto di segreti gli italiani (ma non solo loro) sono esperti e specializzati.

Ebbene l’assassinio di Pier Paolo Pasolini avvenne il 2 Novembre del 1975.  Il regista aveva 53 anni e fu brutalmente assassinato, venendo percosso e travolto dalla sua stessa auto.

Da subito fu incriminato, e lui stesso confessò il delitto, un certo Giuseppe Pelosi, detto Pino.

L’incriminazione di questo ragazzo, allora 17enne, non convinse nessuno veramente fin dall’inizio, eppure il Pelosi si è beccato e scontato più di 9 anni di condanna, iniziati con la reclusione in carcere minorile e poi trasformatisi in semilibertà e libertà condizionata.

Per fare luce, almeno in parte, su questo segreto Italiano ci vorranno parecchi anni, è nel 2005 infatti che arriva una netta svolta.

Dopo 30 anni, Pino Pelosi, l’uomo che fu condannato per il delitto del regista-scrittore, avvenuto nel 1975 all’idroscalo di Ostia, si confida alla giornalista Franca Leosini, ideatrice e conduttrice del programma televisivo «Ombre sul Giallo», dichiarando quello che già in molti sapevano o come minimo sospettavano, “Non sono io l’assassino di Pier Paolo Pasolini!”.

Ma perché? Perché Pelosi, ha aspettato così tanto tempo per fare queste dichiarazioni e perché si è addossato la colpevolezza fin da subito, senza indugiare? Le risposte a queste domande lui le dà, sempre in quella intervista del 2005, quella che, come ci racconta Lucarelli, avrebbe potuto fare a “Blu Notte”.

Pelosi, aveva a quel tempo contattato Carlo Lucarelli, dicendogli che aveva da rilasciare delle importantissime dichiarazioni per la sua trasmissione, ma in cambio voleva soldi e quei soldi la produzione non li aveva, quindi nulla, saltò tutto.

Queste risposte, insieme a tanti altri dettagli, fatti di cronaca conosciuti o meno, confessioni, dichiarazioni e ricostruzioni, Lucarelli li racconta, sia nel suo spettacolo teatrale che nel suo libro.

Certo, ci sono dubbi che probabilmente non dilegueremo mai. Alcuni segreti sono ormai sepolti nella tomba, non solo quella di Pasolini, nel frattempo per esempio anche il Pino Pelosi è venuto a mancare per tumore nel 2017, ma rimane il fatto che la storia di questo Segreto Italiano, a mio avviso, vale la pena scoprirla e passarla a setaccio.

Se vi capitasse, quindi, di passare davanti al teatro della vostra zona e vedere tra i titoli in cartellone campeggiare anche una scritta che riporta PPP | UN SEGRETO ITALIANO, non esitate ad entrare ed accaparrarvi un biglietto per lo spettacolo.

Qualora, invece, non fosse più in programmazione, consiglio agli amanti della lettura (ed ai pigroni), il libro PPP, PASOLINI UN SEGRETO ITALIANO – edito dalla Rizzoli nel 2015. (qui il link)

Su questa storia, certezze non ne ho, se non quella che viverla attraverso le parole di Lucarelli (scritte o parlate che siano), sia un’esperienza unica, capace di insinuarsi, nell’anima, nella mente e nel cuore. Come riesca in questa impresa, Carlo Lucarelli, questo si è un mistero, un mistero di una fede in cui io credo profondamente.

” la verità ha un suono speciale e non ha bisogno di esser ne intelligente ne sovrabbondante” – pier paolo pasolini

Alcune immagini dello spettacolo PPP in scena al Teatro Concordia a cura di Letizia Reynaud 

CARLO LUCARELLI IN: “PPP | UN SEGRETO ITALIANO” @ Teatro della Concordia

Carlo Lucarelli
Carlo Lucarelli
Mirco Repetto, direttore Fondazione Via Maestra
Mirco Repetto, direttore Fondazione Via Maestra
Alessandro Nidi
Alessandro Nidi
Alessandro Nidi
Alessandro Nidi
Alessandro Nidi e Elena Pau
Alessandro Nidi e Elena Pau
Alessandro Nidi e Elena Pau
Alessandro Nidi e Elena Pau
Alessandro Nidi
Alessandro Nidi
Elena Pau
Elena Pau
Carlo Lucarelli e Elena Pau
Carlo Lucarelli e Elena Pau
Carlo Lucarelli
Carlo Lucarelli
Elena Pau
Elena Pau
Carlo Lucarelli e Elena Pau
Carlo Lucarelli e Elena Pau
Carlo Lucarelli
Carlo Lucarelli
Carlo Lucarelli, Elena Pau e Alessandro Nidi
Carlo Lucarelli, Elena Pau e Alessandro Nidi
Carlo Lucarelli, Elena Pau e Alessandro Nidi
Carlo Lucarelli, Elena Pau e Alessandro Nidi